GIORNO 53, 7 MAGGIO 1985
Caro diario,
come stai? È da tanto che non ci sentiamo …
mi manca tanto scriverti, la tua compagnia. Solo con te posso essere veramente me stessa. Mi sono accorta di essere circondata da un mondo futile, vuoto , egoista, frivolo.
“E' meglio essere odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo.” Jim Morrison
Vorrei riflettere con te sul significato di questa frase che per molti può essere considerata come una scempiaggine piena di stoltezza. In realtà essa è una sorta di specchio che riflette i comportamenti della nostra società.
Tutto ciò è avvenuto soprattutto grazie a una rivoluzione massmediatica e tecnologica degli ultimi anni, una rivoluzione che ha portato oltre alla modernità, all’antiumanità.
La “società dell’immagine” porta le persone, principalmente gli adolescenti ad indossare delle maschere producendo mitologie, sottoculture, divi da copertina, modelli che non possono essere certamente seguiti da tutti.
Oggi non esiste più il motto “cogito, ergo sum”, bensì “video ergo sum”: mostro quindi esisto. Come una sorta di totem da adorare rinnegando i principi e le verità assolute del passato.
“Computer dimmi se saremo un giorno di nuovo liberi?” –Le louvre-
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Tua Michelle.